Disturbo Post-Traumatico da Stress: Cause e Sintomi

Il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) si manifesta dopo giorni o anni da un evento estremamente traumatico che la persona ha vissuto o a cui ha assistito. Questo disturbo non ha un’età specifica di insorgenza, ma si stima che colpisca principalmente i giovani adulti.

Alcune categorie professionali sono particolarmente vulnerabili, come militari, forze dell’ordine, soccorritori in situazioni di rischio, vittime di calamità naturali, conflitti, catastrofi antropiche o aggressioni fisiche e sessuali. Anche una pregressa bassa tolleranza allo stress può contribuire alla comparsa del disturbo, anche in situazioni che altrimenti non lo scatenerebbero.

Il PTSD può essere provocato da eventi vissuti direttamente, come incidenti, catastrofi o gravi malattie, oppure indirettamente, osservando situazioni traumatiche o essendo vicini a persone che hanno subito lesioni, malattie o morte. Gli eventi scatenanti condividono la caratteristica di minacciare gravemente l’integrità psicofisica propria o delle persone care, senza possibilità di una reazione risolutiva. Chi soffre di PTSD può anche presentare altri sintomi di disagio, come ansia, abbassamento del tono dell’umore, perdita di interesse per il mondo circostante fino alla dissociazione, che possono portare a diagnosi errate.

Cosa comporta?

Il disturbo post-traumatico da stress può manifestarsi con una varietà di sintomi. Dopo l’evento scatenante, la persona colpita può sviluppare una sensazione di paura e incapacità di reagire, cercando di sopprimere il ricordo del trauma. Nonostante gli sforzi, i ricordi dolorosi possono riemergere attraverso flashback, immagini o percezioni, talvolta fino a sfociare in allucinazioni.

Un aumento dell’eccitabilità è caratteristico, con improvvisi attacchi di collera e ipervigilanza. Inoltre, può esserci una reattività fisiologica elevata in risposta a stimoli che ricordano il trauma. Il sonno è spesso compromesso, sia nella durata che nella qualità. Per essere diagnosticato come PTSD, il disturbo deve emergere a distanza dall’evento traumatico e persistere per almeno un mese. A lungo andare, questo disturbo può compromettere seriamente la qualità della vita, riducendo sia la funzionalità fisica che quella psicologica.

Terapia

Ecco alcune pubblicazioni scientifiche autorevoli che trattano l’uso della cannabis nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD):

  1. A small clinical trial of vaporized cannabis for PTSD: suggestive results and directions for future study, pubblicato su Trials, esamina gli effetti della cannabis vaporizzata nel trattamento del PTSD. I risultati preliminari suggeriscono miglioramenti significativi nei sintomi del PTSD, ma la bassa potenza statistica a causa del numero ridotto di partecipanti richiede ulteriori ricerche per confermare questi risultati positivi​ (BioMed Central)​.
  2. Medicinal cannabis for treating post-traumatic stress disorder and comorbid depression: real-world evidence, pubblicato su BJPsych Open, esplora l’efficacia della cannabis medica nel trattamento del PTSD e della depressione comorbida. Lo studio ha riscontrato una riduzione significativa della gravità dei sintomi del PTSD dopo tre mesi di trattamento con cannabis medica, con miglioramenti più marcati nei pazienti con depressione​ (Cambridge)​.
  3. Medical cannabis for treatment-resistant combat PTSD, pubblicato su Frontiers in Psychiatry, discute l’uso della cannabis medica per il trattamento del PTSD resistente ai trattamenti convenzionali, in particolare nei veterani di guerra. Lo studio evidenzia come la cannabis possa essere un’opzione promettente per i pazienti che non rispondono ai trattamenti tradizionali​ (Frontiers)​.

Queste pubblicazioni forniscono evidenze crescenti sul potenziale terapeutico della cannabis nel trattamento del PTSD, sottolineando la necessità di ulteriori studi clinici per confermare l’efficacia e la sicurezza di questi trattamenti.